Il Garante contro Meta: “La sua IA su WhatsApp imposta senza richiesta degli utenti”

ROMA – Il Garante dei consumatori, l’Antitrust, indaga su Meta. Colpa dell’intelligenza artificiale.
Da marzo 2025, la società di Mark Zuckerberg ha collocato la sua Meta AI sul nostro WhatsApp “senza che gli utenti lo abbiano richiesto”, nota adesso il Garante.
Meta AI funziona come assistente virtuale e risponde alle nostre domande “generaliste”, in tempo reale.
La barra di ricercaIl Garante sospetta adesso che Meta abbia violato l’articolo 102 del Trattato europea, abusando della sua forza.
Meta ha già una “posizione dominante nel mercato dei servizi di comunicazione via app”. Predominio che può uscire rafforzato dall’integrazione tra intelligenza artificiale e WhatsApp.
“Meta AI – aggiunge il Garante – è stato posto sulla schermata in una posizione prominente e integrato nella barra di ricerca”.

“Attraverso l’abbinamento di Meta AI con WhatsApp, Meta appare in grado di trainare la propria base utenti nel nuovo mercato, non attraverso una concorrenza basata sui meriti, semmai imponendo agli utenti la disponibilità dei due servizi distinti con potenziale pregiudizio dei servizi concorrenti”.
“Secondo il Garante esiste dunque il rischio che gli utenti possano restare bloccati o funzionalmente dipendenti da Meta AI anche perché questo servizio, utilizzando le informazioni fornite nel tempo, sarebbe in grado di dare risposte sempre più utili e rilevanti”.
Ieri i funzionari del Garante Antitrust hanno svolto ispezioni nelle sedi della controllata italiana di Meta, Facebook Italy Srl, con l’aiuto del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

La Repubblica